Sul campo da calcio è famoso per la sua difesa impenetrabile tanto quanto lo è per la tenacia con gli avversari. Quando si tratta di fermare un attaccante, Leonardo Bonucci è in prima linea, pronto a dare il massimo e spendere tutte le energie, anche se sempre nel rispetto sportivo dell’avversario. Questa grinta è parte della ricetta che ha permesso al difensore juventino di diventare uno dei giocatori più ricercati d’Europa e collezionare un palmares da record, con cinque scudetti vinti di seguito con la maglia della Juventus , oltre a un argento agli Europei 2012 e un bronzo alla Confederations Cup 2013 con quella azzurra. Ed è la stessa grinta che, fuori dal campo, lo trasforma in tifoso autentico.
Per questo è
stato scelto da
“In tutte le cose che faccio,
mi piace partecipare anima e corpo, gettarmi con tutto me stesso in qualsiasi
esperienza”, dice Bonucci. “Sono un tifoso acceso e colorito, che ha sempre
avuto la Juve nel cuore”.
Questa passione per lo sport
in generale si riflette soprattutto nello spogliatoio, tanto da essere considerato
un grande motivatore della squadra e una delle voci più ascoltate insieme a Buffon.
“Gigi è il nostro capitano e
tale rimane”, sottolinea Bonucci. “Io sono semplicemente un calciatore che
pensa sempre e comunque al bene della squadra. Compreso protestare con vigore,
ma sempre con educazione, nei confronti delle situazioni di gioco che si
creano”.
A volte è capitato che quest’ardore
venisse mal interpretato, dando luogo a equivoci. Il gesto di sciacquarsi la
bocca, ad esempio, divenuto la sua cifra di esultanza dopo i gol, è stato anche
scambiato per un atteggiamento di superiorità nei confronti di chi parla di
calcio. Ma Bonucci tiene a correggere il fraintendimento.
“E’ un’interpretazione
completamente sbagliata”, spiega. “Quel gesto è nato per sfottò con quattro dei
miei migliori amici. Quasi una sfida nei loro confronti. Se avessi fatto
alla mia prima stagione almeno cinque gol in bianconero esultando così, loro si
sarebbero rasati i capelli. Cinque gol non li ho segnati, ma l’esultanza è
andata avanti”.
Anche gli scontri serrati di
cui è protagonista sul campo, assicura il difensore dai piedi d’oro, restano
tutti all’interno di una sana competitività sportiva. Ne è una riprova la
tranquillità con cui Bonucci condivide lo spogliatoio della Nazionale con gli
stessi giocatori con cui duella in campionato.
“Sembrerà incredibile, ma
davvero non mi sono mai trovato a dover seppellire l’ascia di guerra con
nessuno. Siamo tutti professionisti e con molti dei miei avversari c’è uno stretto
rapporto di amicizia che va ben oltre il rettangolo verde. Poi, com’è giusto
che sia, nei 90 minuti ognuno pensa al bene del club in cui milita. In campo,
quando si gioca nel club si pensa solo ed esclusivamente ai propri colori ed
esattamente con lo stesso principio, quando s’indossa la maglia della Nazionale
si suda e si lotta l’uno al fianco dell’altro per il bene dei colori azzurri”.
Ed è proprio questo spirito di
gruppo che permette al difensore di affrontare gli Europei con una certa
fiducia nella squadra, vestendo i panni del tifoso ottimista.
“Come in qualsiasi
competizione è impossibile pronosticare il risultato finale di un torneo perché
intervengono troppe variabili difficili da prevedere. Ma sono convinto che
l’Italia sia sempre e comunque ostica da affrontare perché ben organizzata e,
soprattutto, capace di fare gruppo proprio nei momenti più delicati”.
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